Nocturnal Roads - Un viaggio immaginario tra musica e pensieri in libertà - Episodio 5


Il finestrino abbassato, l'oscurità ovunque, i fari della macchina, qualche altra luce lontana e il silenzio oltre il motore, le uniche compagnie. A parte la radio, chiaramente.

 Ispirato anche dalla trasmissione Virgin Motel su Virgin Radio (ripensando soprattutto alla prima edizione, quella con la voce di Ottaviano Blitch), ho pensato di dare inizio a questi piccoli momenti in cui, accompagnato da una canzone, mi do un'idea base di partenza e poi lascio andare la parola. 

 Tutto quello che leggerete, se qualcuno lo farà, è pressochè improvvisato. Come detto, mi do un tema base, poi lascio andare la creatività sul momento.

 Spero gradirete. Almeno la canzone che vi propongo...








 Corro...corro a più non posso. Il paesaggio, anche avvolto nell'oscurità della notte, si fonde in un'unica, confusa tavolozza i cui colori cupi si mischiano e colano via, come le gocce della fitta pioggia che scende ormai da ore.

 E' come se stessi fuggendo da qualcosa che non so, ma che percepisco dietro di me, una belva mostruosa che si nasconde nella coda dell'occhio, pronta a scomparire quando volti lo sguardo per cercarla. Ma c'è, e l'istinto urla di andare, più forte che puoi, se vuoi salvare almeno qualche misero resto della tua vita.

  Sottopongo l'acceleratore a una pressione incredibile, quasi a voler sfondare tutto e arrivare a toccare con le suole quell'asfalto veloce, bruciante nonostante l'acqua torrenziale. Il rombo del motore è assordante, si miscela con note ipnotiche della canzone che stanno trasmettendo, deliziandomi in questo tunnel di oscurità e confusione. Trascendo, mi distacco da ogni connessione fisica, vivo per un istante in forma di spirito.

  Perchè sto andando a questa velocità folle, non saprei nemmeno dirlo. Avevo voglia di farlo, di liberare la follia, annientarne le catene e farla guizzare ovunque. Liberare lei per liberare me stesso dalle pastoie di un'esistenza che mi lega troppo spesso a convenzioni e imposizioni. Come un cavallo che sfonda il recinto per correre, finalmente, nelle praterie che continuava sempre e solo a vedere in lontananza, verso quell'orizzonte che sembra carico di promesse e meraviglie. Prima di tornare tranquillo nella stalla da solo. Perchè in fondo è questa la vita che ho, la pazzia va alimentata il giusto.

  Presto o tardi riadeguerò i numeri sul tachimetro a cifre più aderenti al concetto di buon senso, ma nel frattempo urlo, grido con una voce ultraterrena la mia furia gioiosa, mentre sfreccio verso un orizzonte indefinito, un puntino sfocato che potrebbe essere il me stesso del passato, talmente sto andando veloce, come in quel vecchio racconto del fantastico...

  Sollevo lo sguardo e lascio affiorare un ghigno, Poi urlo più forte e lascio il mio spirito sollevarsi in un'euforia che non avevo mai provato prima. Potrebbe essere tutto nella mia testa, potrebbe essere tutto solo unpensiero, ma lascio che accada comunque. Che stia avvenendo nel mondo fisico o che sia solo un desiderio a occhi aperti, è una sensazione meravigliosa. La libertà che solo la follia sa donare...

  Buona notte, là fuori...






Commenti

Post popolari in questo blog

ALAN WAKE - NE UCCIDE PIU' LA PENNA