PRESS PLAY ON TAPE - PUNTATA VII


PRESS PLAY ON TAPE
Sproloqui squisitamente seri sul mondo dei VG



PUNTATA VII

SI STAVA MEGLIO QUANDO SI STAVA PEGGIO
 ovvero
PERCHE' RETROGIOCO? 

Io sono un Segaro. Cresciuto a pane e giochi SEGA. Ma sono anche un Commodoriano, e prima ancora un Intellivisioniano...forse in questo caso quell'inutile concetto filosofico degli universali può giungere in aiuto. Io sono un videogiocatore.


 Per prima cosa, sono orgoglioso, e anche un po' orgoglione, di annunciare la nascita ufficiale del mio progetto video dedicato al retrogaming. L'episodio pilota di "Retro G Fields" è finalmente online, nonostante le mille peripezie e l'aspra battaglia contro oscure forze della bimbominkiosità che han cercato di impedirne la nascita.
 E sono anche orgoglioso di annunciarne la morte quasi immediata. Sto pensando di riprendere il progetto, seppur con grosse modifiche al "format", ma nel frattempo beccatevi la prima puntata, chissà mai che prima dell'estate possa arrivare la seconda...



Giusto per chiarire, il personaggio di Attilius voleva essere una bonaria presa in giro, ma alcuni non l'han gradito, quindi, prima di scatenare l'inferno, sappiate che non volevo offendere nessuno, ma solo ironizzare su certi errori ormai intrinsechi della cultura videoludica italica, nulla di polemico o cattivo. In Pace, Fratelli!

 In secondo luogo, voglio approfittarne per ripensare a tutti i motivi che mi portano a esser un retrogamer così attivo.

  Credo che non ci sia un unico motivo, e credo sia così anche per quasi tutti i retrogamers. Mi piacerebbe confrontarmi e discutere di questo, ma so che queto blog ha un'affluenza pressochè casuale, quindi beccatevi semplicemente le mie riflessioni. Se poi qualche anima pia volesse commentare, tanto di guadagnato! :D



IL FATTORE NOSTALGICO


 E' indubbio che, come quando mi rivedo per la miliardesima volta un film anni '80 che conosco già a memoria, spesso gioco un titolo vecchio, che ho finito migliaia di volte, di cui consoco ogni segreto e che, spesso, non mi offre più nemmeno una gran sfida proprio perchè lo conosco a memoria per il semplice motivo che "mi manca". Un ambiente familiare dona sicurezza, e ripetere un viaggio virtuale che abbiamo affrontato tante altre volte, probabilmente, regala un senso di sicurezza che ci coccola, nel quale potersi crogiolare , senza preoccupazioni, senza pensieri, solo per potersi beare dell'illusione di esser tornati a quei tempi in cui, ogni volta che accendevo il Megadrive con Golden Axe 2, o il Commodore 64 con Turrican o Tusker, l'emozone della nostra passione ci permeava tutto il corpo.














  Quindi la volontà di rivivere anche solo una pallida copia delle stesse emozioni di una volta, paragonabile alla voglia di ritrovare quell'incanto magico di quando vedevo un episodio di Indiana Jones da ragazzo, spesso assente nel freddo e a volte cinico cinema moderno, mi porta direttamente al secondo motivo del mio arroccamento nel retrogaming, ovvero...


IL FATTORE DISILLUSIONE


 Poche balle, il gaming moderno è cambiato. In peggio, posso dirlo, seppur non sia certo tutto lo schifo immenso che molti talebani del retrogioco urlano come novelli Testimoni di Geova che annunciano la fine del Mondo. Oddio, sono io il primo che da alcuni anni va profetizzando un nuovo 1983, ma è un'altra storia.

 Ciò non toglie che sia davvero molto deluso dall'attuale situazione del mercato. La stessa "next gen", che attualmente DOVREBBE esser rappresentata da PS4 e Xbox ONE( non abbiatemene, ma fatico a metterci anche Wii U), altro non si sta rivelando che un continuum dell'ultimo periodo della precedente, ovvero uno stanco trascinamento delle stesse IP, tutte uguali, tutte limitate dal punto di vista ludico quanto da quello concettuale. O quasi. 
 Brand di cui non sento l'attrativa, dozzine e dozzine di FPS, capitoli su capitoli di spin-off degli stessi titoli. Che non mi piacciono. Gioco ad Uncharted, considerato una saga importante, e mi annoio. Mi sento fin quasi offeso quando affronto quelli che il gioco chiama "enigmi", di un'idiozia disarmante, e mi mancan gli enigmi ambientali di unTomb raider, persino di quelli più recenti, almeno fino all'Anniversary o all'Underworld. Che saran stati carenti dal punto di vista tecnico, ma erana nni luce più videogiochi di un Uncharted.












 Ripeto, non tutto il gaming moderno mi disgusta o mi lascia indifferente, ma non c'è alcun dubbio che non mi stimoli più come un tempo, ed ecco, quindi, che vado alla ricerca di altre tipologie di sensazioni, che spesso trovo nei giochi più vecchi. Più stimolanti, più impegnativi e, nel complesso, molto più sinceri e veri di gran parte dei prodotti attuali, mercificati e spesso troppo incentrati su aspetti relativamente meno importanti rispetto al MIO personale concetto di videogioco.
 Se poi aggiungiamo la recente nuova moda dei remastered di giochi usciti solo una manciata di anni prima, la situazione crolla inevitabilmente. E il non essere un fan sfegatato di Nintendo, non aiuta di certo...

 Lascio volutamente in disparte il discorso relativo alla scena indie, perchè merita un discorso a parte e molto più approfondito, per ora mi fermo alle considerazioni legate al mercato "mainstream". Paso quindi, ora, al terzo e ultimo fattore.


IL FATTORE RECUPERO DEL TEMPO PERDUTO

 Esiste un ultimo, ma non meno importante motivo per cui ho deciso di costruirmi un bunker di retrogaming. Ai tempi, per ragioni ovvie, non potevo certo permettermi tutto quello che desideravo. L'offerta era talmente vasta e variegata( e anche qui ci possiamo riallacciare al fattore precedente, visto il numero davvero esiguo di titoli next gen, soprattutto se iniziamo a eliminare i cross gen e i remastered)da risultare impossibile poter giocare tutto. Ecco, allora, che con la relativamente maggior disponibilità finanziaria dei miei decenni d'età aggiuntivi, si apre un gigantesco mondo fatto di titoli nuovi seppur vecchi, di macchine quasi sconosciute seppur antiche, di esperienze nuove anche se create decenni or sono.



 Per Intellivision, ad esempio, ebbi pochissimi giochi. Oggi ho potuto recuperare e godermi titoli che, ai tempi, potevo solo sognarmi, o che nemmeno sapevo esistessero, e divertirmi con Demon Attack, o mervagliarmi della complessità incredibile di un AD&D Treasure of Tarmin. O mettere FINALMENTE le mani su una copia di Beamrider. Oppure, quanti posson dire di aver giocato ogni singolo titolo uscito per Commodore 64?

 O ritrovare giochi solo prestati, affittati o proprio mai giocati per il fido Megadrive, come Splatterhouse 3( tanto desiderato)e Hellfire. O gioire letteralmente scoprendo che esisteva un gioco basato sul mio amatissimo Mutant Chronicles, andando subito a cercare questo Doom Troopers, pagandolo pure cifre importanti. Per tacere della versione strepitosa di Double Dragon, e considerando quanto scarsi siano oggi i picchiaduro a scorrimento, diventa acquisto obbligatorio.
















 Ma anche molte consolle stesse rientrano nella categoria "recuperare il tempo perduto". Il Game Gear, come esposto nel video, fu una grande carenza nella mia "hystoria videoludens"( licenza poetica, concedetemela), carenza colmata alla grande, e potendo godere di titoli immensi mai provati, come Crystal Warriors o la versione portatile gi G-Loc. Per tacere di due consolle Atari, come lo storico VCS o 2600, che dir si voglia, o il fantastico, sfortunatissimo Atari Lynx, consolle straordinaria e su cui ho sbavato per secoli, ora finalmente nelle mie mani e prodiga di piccole perle di videogiochi, come l'eccezionale Gates of Zendocon o le straordinarie conversioni arcade...

 Certo, per tutto questo esiste qualla pratica chiamata emulazione, quindi, immagino, molti potrebbero ridere del mio entusiasmo fanciullesco di fronte a macchine e scatole spesso anche piuttosto costose. Ecco, proprio di fronte a queste considerazioni, mi rendo conto che, alla fine, su tutto domina incontrstato il fattore "NOSTALGIA". Tutto parte e torna lì, il resto è solo una scusa, forse.

E quindi, mi domando, perchè diavolo ho scritto tutto questo papiro? Ai poster  l'ardua sentenza...





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